"Dalla", 1980 Siamo dei e ci muoviamo nello spazio profondo, corriamo dietro ai tuoni, ci pettiniamo, e aspettiamo la fine del mondo mentre tu, poveruomo, non sei niente di speciale devi anche lavorare e poi chiedere perdono Siamo dei, figli del sole invece tu chi sei, tuo padre è stato il dolore. Un momento, un momento, ho anchio qualche argomento ho un amico che è un campione di rock e riesce a ballare Per tre giorni e tre notti senza doversi fermare e unaltro che ha la voce da basso e con una mira che ti stacca la coda di un cane con un sasso, se lo tira e poi ho un grande amore un amore di ragazza che mi aspetta e se non torno esce pazza dal dolore poveretta ed ogni estate do il mio voto e vado al mare e resto nudo tutto il giorno fa molto bene abbronzarsi e puoi nuotare. se mi vedessi quando torno Ma cosa credi di fare, dove credi dandare non hai più aria per poter respirare. Non cè più nessuno che ti possa aiutare ed ogni giorno che vola via, scopri di avere una nuova malattia. Oh...! Brutto uccello ti ha mai detto nessuno che un dio dovrebbe essere più bello e poi non ho capito l'ultima riga non sarà che a stare sempre nello spazio hai imparato a portar sfiga. Oh ...! Su quale giornale scrivi? Noi non siamo ancora morti se possiamo guardarci in faccia vuol dire che siamo vivi. Noi siamo dei e la tua vita è un inferno o qualcosa di più atroce potresti vivere anche tu in eterno, se ti pentissi e se abbassassi un pò la voce. Oh...! Brutta specie di aereoplano ma non ti accorgi che stando in alto vedi il mondo da lontano e per che cosa mi dovrei pentire di giocare con la vita e di prenderla per la coda, tanto un giorno dovrà finire e poi, all'eterno ci ho già pensato è eterno anche un minuto, ogni bacio ricevuto dalla gente che ho amato.
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